Asimmetrie emisferiche nei disturbi
mentali
LORENZO L.
BORGIA
NOTE E NOTIZIE - Anno XX – 04 marzo
2023.
Testi
pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di
Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie
o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati
fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
È chiaro che ciò che conta non è tanto dove sono
localizzate le cose,
ma il fatto che sistemi cerebrali specifici presiedano
compiti specifici.
[Michael S. Gazzaniga]
Lo studio delle asimmetrie cerebrali ha avuto nella
ricerca su pazienti con cervello diviso (split-brain) la sua epoca “eroica”,
inaugurata negli anni Sessanta dal gruppo[1] facente
capo al Premio Nobel Roger Sperry e proseguita fino a fine secolo e millennio,
con risultati che hanno avuto influenza sulla cultura globale e, in alcuni
stati degli USA, hanno anche indotto cambiamenti nella legislazione scolastica.
L’idea di due emisferi specializzati in compiti diversi
e complementari aveva dato luogo inizialmente alla dicotomia sinistro-destro
come dominante/contro-dominante, in quanto il primo si considerava
dotato di linguaggio e coscienza e il secondo di basi per processi non
coscienti, eidetici e spaziali; poi, il procedere degli studi, impose una
revisione dell’interpretazione e la correzione della definizione dei ruoli,
caratterizzati come categoriale per l’emisfero sinistro e rappresentazionale
per l’emisfero destro.
L’enfatizzazione delle differenze, a discapito delle
analogie e delle condivisioni, aveva portato i ricercatori a parlare di due
cervelli: cervello sinistro e cervello destro, generando effetti
sulla cultura di massa che hanno lasciato tracce ancora oggi[2].
Ogni asimmetria veniva indagata e rapportata a quel
completamento del processo di encefalizzazione[3] che ha avuto
luogo durante la filogenesi, per comprenderne il significato funzionale.
Poi, prendendo le mosse dagli studi sullo split-brain
dello stesso gruppo che li aveva avviati, si è scoperto che, a fronte di un’anatomia
macroscopica sostanzialmente identica per l’encefalo di tutte le persone, le
differenze individuali nell’organizzazione funzionale delle reti posso essere
tali da far saltare i rigidi schemi di ripartizione emisferica dei ruoli[4],
ridimensionando molto la portata interpretativa e soprattutto ponendo fine alla
moda di chiamare un “emisfero destro” una persona con inclinazioni artistiche e
un “emisfero sinistro” una persona tendente all’elaborazione logica dell’esperienza.
Nella realtà della vita, sia per l’arte che per la logica, è necessario e
preferibile avere tutto il cervello funzionante nel perfetto equilibrio delle
parti specializzate, sia dello stesso emisfero che di quello opposto.
Oggi, dopo decenni di studi sul valore neurofisiologico
specifico delle differenze fra antimeri o, meglio, tra particolari strutture (es.:
amigdala destra e amigdala sinistra, corteccia cingolata destra e corteccia cingolata
sinistra, ecc.) si è giunti ad una sintesi interpretativa generale e paradigmatica
del loro senso biologico: tutte le asimmetrie emisferiche in struttura e
funzione si sono sviluppate per consentire un’elaborazione neuronica rapida.
Smorzato l’interesse per le asimmetrie connesse alla
specializzazione complementare, negli anni recenti è progressivamente cresciuta
l’attenzione per asimmetrie che sembrano connesse con i disturbi mentali. Numerosi
studi realizzati con metodiche di neuroimmagine funzionale, come la risonanza
magnetica funzionale (RMF o fMRI, da magnetic
resonance imaging), hanno associato vari disturbi
mentali con attenuazione o alterazione delle fisiologiche asimmetrie
emisferiche presenti nell’encefalo umano. Ma finora non sono emersi elementi in
grado di suggerire meccanismi che potrebbero legare l’aspetto asimmetrico allo
stato patologico o, meglio, all’eziopatogenesi del danno.
Vari gruppi di ricerca hanno valutato la possibilità
di cercare nei modelli murini di malattie neurologiche e disturbi mentali umani
le asimmetrie trovate nel cervello umano e, in caso di reperimento, studiarle al
livello molecolare per cercare di comprenderne il meccanismo associato alla
patologia cerebrale. Annakarina Mundorf
e Sebastian Ocklenburg hanno pubblicato una rassegna
esaustiva e ragionata della ricerca sulle asimmetrie emisferiche nei disturbi
psichici, che evidenzia come gli studi su modelli animali possano consentire un
significativo salto di qualità nel lungo percorso verso la definizione dei meccanismi.
(Annakarina Mundorf & Sebastian Ocklenburg, Hemispheric asymmetries in mental disorders:
evidence from rodent studies. Journal of
Neural Transmission – Epub ahead
of print doi: 10.1007/s00702-023-02610-z,
Feb. 26, 2023).
La provenienza degli autori è la seguente: Institute for Systems Medicine and Department of
Human Medicine, MSH Medical School Hamburg, Hamburg (Germania); Department of
Psychology, Medical School Hamburg, Hamburg (Germania); ICAN School fo Cognitive and Affective Neuroscience, Medical School
Hamburg, Hamburg (Germania); Institute for Cognitive Neuroscience, Biopsychology,
Department of Psychology, Ruhr-University Bochum, Bochum (Germania).
Studi in modelli animali suggeriscono numerose piste
da seguire per l’eziopatogenesi dei più comuni disturbi mentali, e in molti
casi, che sarebbe troppo lungo elencare dettagliando le specifiche alterazioni,
è possibile rilevare alterazioni delle cellule nervose associate tanto al
disturbo equivalente a quello clinico umano, quanto ad una asimmetria atipica.
In particolare, Annakarina
Mundorf e Sebastian Ocklenburg
propongono una sintesi efficace della letteratura corrente degli studi su
modelli di sindromi psichiatriche in ratti e topi focalizzandosi su ansia e
paura, sconforto comportamentale (“rinunciare a salvarsi” equivalente della
disperazione), addiction, abuso e misuso
di sostanze psicotrope, anedonia, reazioni all’esposizione allo stress
acuto e cronico, e poi i modelli delle principali malattie neurodegenerative. Tutti
questi modelli sono analizzati in rapporto ad asimmetrie emisferiche
atipiche.
I risultati di questi studi indicano nel complesso
un’aumentata attività neuronica dell’emisfero cerebrale destro e una tendenza
comportamentale (behavioral bias) o funzionale
per il lato sinistro associata ai sintomi di ansia, paura, anedonia, sconforto
comportamentale, reazioni allo stress. Al contrario, nell’addiction
la tendenza funzionale è per il lato destro.
Un gran numero di studi ha indagato la ben nota asimmetria
delle amigdale dei due lati e molti lavori sono stati dedicati allo
studio delle asimmetrie della corteccia dei lobi frontali; sia per l’aggregato
nucleare amigdaloideo che per la corteccia cono stati analizzati i cambiamenti.
I modelli transgenici per lo studio dei processi
neurodegenerativi della malattia di Alzheimer umana mostrano un accumulo
asimmetrico di placche β-amiloidi.
Considerando tutti gli studi, due elementi emergono
come fattori cruciali nell’influenzare asimmetrie atipiche, indipendentemente
dal disturbo o dalla neuropatologia di cui costituiscono il modello: il sesso e
l’età di sviluppo.
Cercando di trarre delle conclusioni, si può
osservare che i modelli animali di disturbi mentali e di gravi neuropatologie presentano
asimmetrie emisferiche atipiche e simili a quelle riscontrate negli studi di
neuroimmagine dell’encefalo umano nelle condizioni patologiche simulate dai
modelli. In particolare, l’accresciuta bias per il lato sinistro e la
maggiore attività neuronica dell’emisfero destro è stata rilevata nei vari
modelli applicanti paradigmi basati sullo stress. Gli effetti dipendenti
dall’età e dal sesso sulle asimmetrie emisferiche atipiche richiedono ovviamente
ulteriori indagini sperimentali e analisi dettagliate. Infine, i modelli
animali permettono l’analisi dei cambiamenti emisferici al livello molecolare,
consentendo potenzialmente il rilievo precoce delle alterazioni che poi si
rendono evidenti.
L’autore della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e
invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del
sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
Lorenzo L.
Borgia
BM&L-04 marzo 2023
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La Società Nazionale
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è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data
16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica
e culturale non-profit.
[1] Di quel team facevano parte Michael S. Gazzaniga, Joseph LeDoux, John Sidtis, Jeffrey Holtzman, Bruce Volpe, Charlotte Smylie, Gail Risse e Pamela Greenwood.
[2] In Italia si vendono ancora libri dal titolo “Disegnare con la parte destra del cervello”.
[3] Per encefalizzazione si intende il processo di progressiva assunzione nel corso della filogenesi di funzioni svolte da segmenti inferiori dell’encefalo da parte di strutture superiori o, in senso anatomico, più cefaliche. Ad esempio, in primati come le scimmie il controllo della vocalizzazione avviene nel mesencefalo, mentre nella nostra specie la vocalizzazione connessa alla parola è controllata dalla corteccia. La specializzazione destra-sinistra è stata intesa come un completamento dell’encefalizzazione con la lateralizzazione: l’emisfero sinistro avrebbe assunto il controllo del destro.
[4] Celebre l’espressione di Michael Gazzaniga: “I cervelli non sono tutti organizzati allo stesso modo”.